Il Chelsea ha speso 600 mln in sei mesi, Cardinale si nasconde dietro al Fair Play Finanziario

By Marco Rizzo -

Il Chelsea si sta dando alle pazze spese portando a Londra una serie di campioni. In soli sei mesi, ovvero nelle due ultime sessioni di mercato, gli inglesi hanno speso ben 600 milioni. Il confronto con Cardinale

Il Chelsea si sta dando alle pazze spese portando a Londra una serie di campioni. In soli sei mesi, ovvero nelle due ultime sessioni di mercato, gli inglesi hanno speso ben 600 milioni di euro, utili all’acquisto di Enzo Fernandez, Aubameyang, Joao Felix, Mudryk, Sterling, Fofana, Cucurella, Koulibaly e Madueke.

Sebbene gli incassi della Premier League siano superiori alla Serie A, le cifre superano di gran lunga la disponibilità del club, soprattutto alla luce della crisi e della cessione in estate (con l’addio “politico” di Abramovich). Insomma, quando un nuovo proprietario vuole spendere, lo fa a prescindere dai vincoli della UEFA e del Fair Play Finanziario. La stessa cosa si può dire di altri club, apparentemente sul lastrico, ma poi vincenti.

Il Chelsea, ad esempio, con questi rinforzi ha vinto il girone di Champions League in cui era presente anche il Milan. E cosa dire del Barcellona, che con i vari Lewandoski, Ferran Torres, Alonso, Koundè e strappando Kessie proprio al Milan si ritrova vicino a vincere la Liga. Il paradosso è che il Milan fingendo di interessarsi al bilancio lascia scappare Kessie e il Barcellona, oltrepassando con espedienti la UEFA, ritorna ad essere competitivo e vincente. Tra l’altro, la stessa federazione europea lascia un ampio margine ai club che hanno appena cambiato proprietà, categoria in cui rientrano sia il Milan che i Blues.

Lo stesso Chelsea ha stipulato contratti di otto anni per aggirare le regole UEFA, senza parlare del modello PSG che poco ha a che fare con i bilanci da club diligente. I moralismi prima di Elliott e poi di RedBird, che sanno tanto di americanata, sono stati ripetuti recentemente anche da Maldini. Forse sarebbe più onesto dire che Cardinale, così come i Singer, non vuol spendere più di tanto nel giocattolo Milan, più che nascondersi dietro i dettami della UEFA. Con buona pace dei tifosi rossoneri.

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