Il Milan chiude nel peggiore dei modi questo avvio di campionato dopo la pausa mondiali, una crisi di risultati e d’identità che non può e non deve passare inosservata
Il Milan chiude nel peggiore dei modi questo avvio di campionato dopo la pausa mondiali. La vittoria contro la Salernitana e il doppio vantaggio contro la Roma aveva dato l’illusione non solo che il Diavolo fosse tornato ad essere quello bello e vincente della scorsa annata, ma anche che per la corsa allo Scudetto i rossoneri avrebbero potuto dire la loro. Poi però tutto è cambiato.
Il pareggio di Abraham, i due gol presi con il Lecce e la pessima figura fatta stasra davanti agli occhi di mezzo mondo certificano che questo Milan non ha più un’identità, né certezze. Una squadra senza idee e svuotata di tutte quelle personalità che l’avevano resa grande nella cavalcata scudetto, il Milan ha giocato una partita scialba sin dall’inizio dimenticando i rapidi scambi nel breve e puntando unicamente su lanci lunghi, cosa mai vista senza Ibra in campo, senza l’ombra di un tiro da dentro l’area di rigore. Tutto troppo facile per un’ Inter neanche troppo scoppiettante, ma che ha almeno avuto il merito di essere stata compatta e concentrata.
Tomori e Leao irriconoscibili
Le disattenzioni ormai costanti di Tomori devono preoccupare così come l’assenza di un equilibrio tra la difesa e un centrocampo spogliato del vero filtro umano che nella scorsa stagione era rappresentato da Franck Kessié. Poi l’attacco: Giroud resta il vero faro, ma intorno a lui questa sera il nulla. Niente di nuovo per quanto concerne Messias e, a fasi alterne, Brahim Diaz ma il Rafael Leao nervoso e presuntuoso visto questa sera a Riyad più che un rinnovo meriterebbe una bella e formativa strigliata.