Intervistato da il Corriere dello Sport, Filippo Inzaghi, ex attaccante del Milan e oggi allenatore della Reggina, ha parlato del proprio rapporto con il mondo del calcio e non solo
Intervistato da il Corriere dello Sport, Filippo Inzaghi, ex attaccante del Milan e oggi allenatore della Reggina, ha parlato del proprio rapporto con il mondo del calcio e non solo: “Credo che di me la gente apprezzi il fatto che do sempre tutto me stesso, che non fingo. Mi nutro dell’affetto della gente, amo il calcio, in qualunque posto e in qualunque categoria. Da bambino andavo a vedere il Piacenza in curva con papà, che poi ci portava all’antistadio del Garilli a chiedere gli autografi. Una passione per il gioco che si vede e che trasmetto. La gente lo sente, credo”.
Sogno Serie A
“Quando ho accettato la Reggina pensavo a un progetto triennale, adesso non dobbiamo avere le pressioni delle squadre costruite per vincere. Ma se abbiamo fatto 11 vittorie significa che qualcosa d’importante c’è. Nel ritorno a marzo-aprile vedremo dove saremo e lì ci daremo un obiettivo, ma senza assilli. Dobbiamo farci trovare pronti. C’è la squadra, c’è la società, c’è il pubblico. Proviamoci”.
Milan
“Milan ha un grande allenatore come Pioli e dirigenti all’altezza come Maldini e Massara, sanno bene cosa fare. Chiaro che il Napoli ha viaggiato a velocità doppia, ma sono convinto che i rossoneri abbiano tutto per provare a recuperare per lo scudetto e per andare avanti in Champions, per vivere quelle notti che i tifosi conoscono bene. De Ketelaere? È forte, ma è giovane e va aspettato, come si è fatto per Leao. Potrà diventare protagonista, ha qualità. Bisogna togliergli pressione”.
Leao
“Fossi in lui resterei. Per me il Milan è sempre stato il massimo. Vestire quella maglia, giocare a San Siro. Qualche anno fa magari si poteva pensare ad ambire a qualcosa di più prestigioso, perché il Milan stava tornando grande, ora invece ha vinto lo scudetto, fa strada in Champions. Leao è forte ma può essere ancora più forte. Mi auguro che si convinca. Qui può essere protagonista, al centro del progetto. Il rischio è che al City o al Real finisca poi per essere uno dei tanti. Se potessi dargli un consiglio, gli direi di diventare una bandiera del Milan, una cosa unica”.
Lukaku
“Anche io l’avrei ripreso, ma è chiaro che non giocando a lungo deve recuperare la condizione. Il problema sono stati soprattutto gli infortuni, che l’hanno rallentato. Ma dopo la sosta rivedremo il miglior Romelu. Così come Lautaro. Sarà stanco, ma sarà ancora più carico dopo la vittoria del Mondiale, vincere aiuta a vincere”.
Nazionale
“Rispetto ad altri Paesi, da noi si è perso il calcio di strada, l’oratorio. Io a mio figlio lo sto già insegnando: lo porto a giocare in tutti i posti. L’anno scorso ero in vacanza e in una piazza ho letto un cartello: vietato giocare a calcio. Meno playstation e più campetto. Solo lì s’affinano certe qualità che poi non perdi più”.
Il miglior attaccante
“In Italia senza dubbio Immobile, il più completo. Al mondo, dico Mbappé e Haaland: inarrivabili. Fra i giovani italiani, a me piace molto Raspadori, anche se è più seconda punta. Mi ricorda Aguero come caratteristiche. Mi piace anche come faccia, mi sembra serio e pulito”.