Ibrahimovic: “Non ho l’ego di voler fare tutto io. Sei più completo se porti un compagno al tuo livello”

By Dario Bombelli -

L’attaccante rossonero Zlatan Ibrahimovic è intervenuto ai microfoni di  Milan TV in occasione del terzo episodio di “On The Pitch”

L’attaccante rossonero Zlatan Ibrahimovic è intervenuto ai microfoni di  Milan TV in occasione del terzo episodio di “On The Pitch”. Le sue parole:

Sul suo primo incontro con il Milan – “Già in quell’epoca il Milan era incredibile, tutti volevano giocarci, con tutti i grandi i giocatori che c’erano e per tutto quello che vincevano. Il mio Ajax era una squadra di talenti, tanti ci rispettavano, poi molti di quella squadra hanno avuto successo. Sono felice ed orgoglioso di aver giocato con quei giocatori e anche nell’Ajax, che è una grande scuola di calcio”

Sull’assist con la Lazio – “Un record di vecchietti, io mi sento giovane, però è bello. L’importante per me è vincere la partita, io faccio tutto per aiutare, se poi lo faccio da più vecchio va bene”.

Sulla differenza tra assist e gol – “Io sono uno che vuole aiutare in tutti i modi, non ho l’ego di voler fare tutto io. Sono qua al Milan per dare tutto, per aiutare i miei compagni a migliorare, avere successo e capire cosa facciamo: è un sacrificio, un lavoro e un impegno per vincere, non lo facciamo per perdere tempo. Quando fai assist è come aver fatto un gol”

Sulle richieste ai compagni – “Ai giovani chiedo sempre se davanti al portiere con un compagno segna o fa assist, se mi dice la prima con me è difficile giochi, perché l’assist vale come un gol, quella è la mentalità giusta. Ci sono poi dei giocatori che puntano solo al gol, ma per me così non godi uguale, non sei completo, sei più completo se porti un compagno al tuo livello”.

Sul gol contro la Lazio – “Ho smesso anche di allacciarmi la scarpa perché ho pensato che stesse per arrivare una situazione in cui potevo fare gol, come attaccante ho deciso subito di correre verso la porta. In più conosco Ante e cosa è capace di fare, infatti mi ha dato un pallone perfetto. Un gol semplice ma che non lo è, perché parte dall’inizio, non dall’ultimo metro. Per un gol così serve un feeling, o ce l’hai o no, non si può creare o imparare. Per questo in una squadra si hanno 11 giocatori diversi in molte cose che vanno insieme”.

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