Calabresi: “Ingannai il Milan e Galliani dicendo di essere Nicolas Cage”

By Marco Rizzo -

Nel corso del Podcast Tintoria, Paolo Calabresi, famoso attore nostrano, ha raccontato un aneddoto del passato relativo al Milan. L’attore aveva infatti ingannato Adriano Galliani spacciandosi per Nicolas Cage

Nel corso del Podcast Tintoria, Paolo Calabresi, famoso attore nostrano, ha raccontato un aneddoto del passato relativo al Milan. L’attore aveva infatti ingannato Adriano Galliani spacciandosi per Nicolas Cage:

“Volevo andare allo stadio, un amico mi ha detto di chiedere i biglietti a nome di qualcuno: “Chiedili a nome di Nicolas Cage”. In quel periodo c’era l’uscita al cinema del film di Martin Scorsese “Al di là della vita”, forse l’unico film brutto di Scorsese, con protagonista Cage. Era quindi plausibile che lui potesse fare il giro d’Europa per fare la promozione. Allora ho chiamato il “12”. Non sapete cos’è il 12? Chiamava quel numero ed era un centralino nazionale, dove ti rispondevano persone e ti dicevano tutti i numeri che cercavi. Allora io ho chiesto il numero della sede del Milan e li chiamo. Mi passano l’ufficio stampa e dico che sono tale Jeremy Cheatman. Cheat-man, uomo truffa. Mi occupo del soggiorno di Cage in Italia in occasione del debutto del film. Ho raccontato che Nicolas era molto incuriosito dalla follia collettiva verso il calcio che c’era in Italia e gli avrebbe fatto piacere assistere ad una partita di calcio se ce ne fosse stata una interessante in quei giorni”.

Poi la risposta dell’ufficio stampa dei rossoneri: “Come no, c’è Milan-Roma. Mi mandi un fax con la richiesta”. Io sono andato alla scuola di teatro che avevo fatto anni prima, sempre al Piccolo Teatro di Milano. Tutto questo per dire che studia con Strehler per poi fare Nicolas Cage a San Siro. Sono andato in segreteria, ho tirato giù uno stemma di Saturno, l’ho messo a centro pagina e sotto ci ho scritto “Saturn films, Ltd. And associated Inc.”. Poi mi hanno spiegato dopo che associated ed Inc. non possono stare insieme, è come scrivere Spa e Srl. Sotto ho scritto “Come da nostra conversazione telefonica faccio gentile richiesta per i biglietti ecc ecc”. Sotto ho lasciato il mio numero di cellulare e dopo un quarto mi ha chiamato la segretaria di Galliani per dirmi che avevano molto piacere di avere Nicolas Cage ospite a San Siro quella domenica. Da quel momento prima mi hanno preparato i biglietti, e io sono andato con questo mio amico a ritirarli, ho mandato lui ovviamente a Via Turati 4. Sui biglietti, che ho ancora, c’era scritto “Mr. Nicolas Cage”. Stupendo. Da quel momento il Milan ha fatto partire una tale macchina mediatica. Calcola che era il Milan che se sentiva stocazzo. Era il Milan di Berlusconi, di Mediaset, dei primi Grandi Fratelli, il Milan di Weah, Boban, Maldini. Roba seria. Allora una volta saputo che c’era Nicolas Cage ospite, che allora anche lui era il massimo, premiatissimo e premio Oscar, se la sono giocata alla grande e hanno dato l’annuncio. A quel punto non potevo esimermi. Il mio progetto era solo quello di andare a vedere la partita, di prendere i biglietti e di andare in un altro settore e guardarmela. A quel punto mi sono: “Ma che cazzo me ne frega, al massimo mi cacciano dallo stadio o mi fanno pagare il biglietto. Che mi possono fare? “. Da lì è partito il delirio, avrò firmato 400 autografi, una cosa clamorosa. Il Milan mi voleva venire a prendere, ma non ho voluto perché se mi fossero venuti a prendere mi avrebbero scoperto subito, quindi ho detto che Cage sarebbe venuto con mezzi suoi. Il problema è che a Milano avevo una Punto blu, con pure la fiancata fatta… Era poco credibile. Allora sono corso dall’autista del Piccolo Teatro di Milano che quel giorno di domenica non aveva impegni istituzionali con il direttore. Lui era milanista, ancora mi ringrazia per quella sera. Vincenzo Franceschini, mi chiama a tutte le feste comandate per ringraziarmi: “È stata la serata più bella della mia vita”. Io l’avevo catechizzato: “Non devi dire niente, devi dire solo che accompagni Nicolas Cage”. Siamo partiti con la macchina ufficiale del Piccolo Teatro di Milano, io, lui e tre miei amici che si fingevano le guardie del corpo con gli auricolari del telefonino all’orecchio”.

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