Secondo quanto scritto dalla stampa inglese, il Manchester United sta ora guardando il modello Milan per tornare ad essere competitivo. Rangnick, ironicamente primo indiziato a sostituire Pioli in passato, ora deve imitarlo
Secondo quanto scritto dalla stampa inglese, il Manchester United sta ora guardando il modello Milan per tornare ad essere competitivo. Ai Glazer, famiglia proprietaria dei Red Devils, serve un progetto come quello di Elliott, nel quale sostenibilità e idee sono i punti cardine e avrebbero chiesto a Ralf Rangnick, ironicamente primo indiziato a sostituire Pioli due estati fa, di studiare proprio il lavoro svolto dal Milan.
A commentare il tutto ci pensa il giornalista Andrea Masala che attraverso le colonne de La Gazzetta dello Sport scrive: “Il Milan, guarda caso fondato dagli inglesi trascinati da Kilpin, è conosciuto soprattutto per le sette Coppe dei Campioni, ma non può campare di ricordi. Uno dei punti di ripartenza è stato la politica degli ingaggi: date le ristrettezze di bilancio, i rossoneri si sono autoimposti il salary cap”.
Scelte difficili e talvolta criticate
Continua Masala: “Il club non è andato al rilancio selvaggio sui rinnovi dei pezzi da novanta come Donnarumma, Calhanoglu e Kessie, giocatori fondamentali per Pioli. Risultato: tutti via a parametro zero, addio. Il famigerato tetto implica decisioni nette e spesso impopolari, che espongono i dirigenti alle critiche di parte della tifoseria. Da Gazidis in giù, lo staff milanista ha tenuto il punto. E pazienza se la concorrenza, come è logico, ne approfitti per accaparrarsi i pregiati transfughi a furia di generosi ritocchi di stipendio”.
Strada da seguire
In conclusione: “Il Milan ha imboccato un’altra strada e continua a seguirla: la ricerca di profili di prospettiva, come è avvenuto con Leao, Hernandez, Maignan, Bennacer. Non proprio superstar, quindi a cifre accessibili, ma nemmeno scarti abbandonati a se stessi. […] Sempre per ottimizzare le risorse, il Milan prova a valorizzare i prodotti del vivaio