[wpseo_breadcrumb]
Francesco Totti

Totti: “Ibra ti capisco, ma per te il problema non è Pioli o il Milan”

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Francesco Totti ha così voluto dire la sua anche sul futuro di Zlatan Ibrahimovic che a 40 anni suonati continua a giocare e fare la differenza in campo

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Francesco Totti ha così voluto dire la sua anche sul futuro di Zlatan Ibrahimovic che a 40 anni suonati continua a giocare e fare la differenza in campo: “L’ultimo mio anno non lo auguro al mio peggior nemico. Fu pesantissimo a livello mentale. Logorante. Perché quando dopo una vita in campo non giochi con continuità, soprattutto a una certa età, il fisico non lo stai facendo riposare, lo stai facendo arrugginire. Quando ti abitui solo a subentrare, piano piano perdi il ritmo partita. E quando poi entri ti accorgi che arrivi secondo sul pallone, che stai perdendo quei centesimi di secondo che fanno la differenza. Perché la testa ti dice ancora perfettamente cosa fare, ma le gambe ci arrivano un attimo dopo. Tu lo sai di essere più bravo degli altri ma se il fisico non “resta in partita” diventa dura. Zlatan in questo momento gioca poco e mi immagino le sue difficoltà anche perché il suo corpo è una macchina impegnativa”.

Ibra, il fisico da problemi

Continua Francesco Totti: “Da quel che mi sembra dall’esterno la sua voglia di stare in campo è forte come quella del Milan di averlo ancora a disposizione. Il problema non è il tecnico o la società, sono il numero di minuti di gioco e cosa comportano per lui fisicamente nei giorni successivi, quando devi recuperare e subentrano fastidi che prima non avevi mai avuto. Se uno anche a 40 anni ha un infortunio serio, ma poi recupera e torna a posto è un conto: ma se i fastidi sono continui…”.

“Giocatori come lui non dovrebbero smettere mai”

Totti sempre su Ibrahimovic: “Ibrahimovic è stato uno dei più grandi centravanti al mondo. Un giocatore magnifico sotto tutti i punti di vista: tecnico, atletico e di personalità. Un leader assoluto, un professionista esemplare con un enorme carisma. Ha segnato la storia del calcio degli ultimi trent’anni. Campioni così vorremmo che non  mettessero mai. Perché hanno regalato gioie, emozioni, sono stati l’essenza del calcio. E al calcio hanno dato la loro vita, amandolo più di ogni altra cosa”.

Mai trasmettere un senso di tenerezza e compassione

Un consiglio da dare allo svedese: “È una decisione troppo personale. Io spero continui finché ne ha voglia, ma solo se il fisico gli consente di poter essere decisivo come è sempre stato. Ma giocare dieci minuti per poi fermarsi, passare più tempo in infermeria che sul terreno di gioco, essere impiegato col contagocce… Eh, così è pesante. Ibra è stato un leone in campo e fuori. Io che lo stimo tanto gli auguro di non trasmettere mai un senso di tenerezza in chi lo vede in seconda fila in panchina o peggio ancora fare fatica in campo. Io nell’ultimo mio anno, rivedendomi in tv, in panchina, mi facevo tenerezza”.

Ibra dirigente?

Riguardo all’ipotesi di un futuro da dirigente al Milan, le parole di Totti: “Di certo lui sa di calcio e ci metterebbe poco a capire se un giocatore ha le qualità giuste o se possiede la personalità per giocare a certi livelli. Uno come Ibra, per l’immagine e l’impatto che ha, credo lo vorrebbero tutte le società. Certi atleti o ex atleti da soli hanno più seguito di un club intero. Ma bisogna stare attenti a non diventare un poster o una bandiera da sventolare solo quando serve. Il giorno che deciderà di smettere, Ibra capisca cosa vuole fare realmente: quale ruolo operativo pensa di poter occupare. E quando gli dovesse arrivare la proposta pretenda chiarezza e trasparenza. Due sono le domande da porre: cosa devo fare e con chi devo farlo. Deve saperlo subito, dopo diventa troppo tardi”.

Seguici