Sacchi su Pioli: “Cerca il gioco come facevo io. E’ proiettato nel futuro”

By Dario Bombelli -

L’ex storico tecnico rossonero Arrigo Sacchi ha commentato la stagione al Milan di Pioli, il suo gioco e le chance di vincere uno storico Scudetto con il Diavolo

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex storico tecnico rossonero Arrigo Sacchi ha parlato di Stefano Pioli e della sua esperienza sulla panchina del Milan. Queste le sue parole:

Cosa le piace di Pioli? – “Lo conosco da tanto
tempo. Di lui mi hanno sempre convinto la modestia e l’intelligenza. E poi, ultimamente, ha dimostrato di essere cresciuto parecchio. Non sempre prima le sue squadre avevano un’identità così netta, ora sì. Il Milan è una squadra che ha uno stile, un gioco preciso. Non sempre sono coordinati, a volte si allungano troppo, questo è vero, ma l’idea c’è. Ed è un’idea positiva”

Sulle somiglianze – “La volontà di proporre un
calcio moderno. Anch’io guardavo avanti, mai al passato. Pioli ha disegnato una squadra che è proiettata nel futuro: assieme all’Atalanta è quella più “europea” del nostro campionato. Di Stefano ammiro il desiderio di migliorarsi, che è sempre figlio della mancanza di presunzione. Lui si mette in discussione. Sempre, anche quando vince. Perché sa che soltanto in questo modo si può crescere. Chi si ferma, chi sta a guardarsi allo specchio non va lontano”

Sui giocatori – “Lui ha capito che prima viene
il gioco e poi i giocatori. E il gioco aiuta i giocatori a migliorarsi e a non sentirsi soli. Per una precisa strategia economica, che io condivido, il Milan ha scelto di non spendere e spandere sul mercato. Bravi Maldini e Massara a prendere giocatori funzionali alle idee dell’allenatore. E bravo Pioli a fare di questo ragazzi un gruppo, un collettivo. Mi sembra che lui interpreti bene
la missione del calcio, nato per essere uno sport offensivo e “di
squadra”

Sulla gestione dello spogliatoio – “Non ho sentito polemiche
all’interno dell’ambiente. Pioli sa farsi voler bene dai giocatori
e dai dirigenti. Mi ricorda, per come dialoga con i suoi ragazzi
e per come li aiuta, Carletto Ancelotti. Sempre una parola d’incoraggiamento, sempre una mano sulla spalla di chi ne ha bisogno. Diciamo che guida la nave con saggezza e con
intelligenza. E poi ci aggiunge idee innovative”

Sul Milan come famiglia – “Anche per me era così. Ciò
dipende dalla storia del club e dal suo stile. Cambiano le
persone, ma non cambiano i valori. Pioli sta facendo una
specie di miracoli, perché a livello tecnico e a livello di
esperienza il Milan è inferiore sia all’Inter, sia al Napoli, sia
alla Juve. Però, grazie al fatto che sono un collettivo, i suoi
ragazzi sono in testa e, nonostante non abbiano un calendario favorevole, possono davvero compiere l’impresa. Io vedo la mano dell’allenatore quando s’infortuna un giocatore, ne entra un altro e nessuno se ne accorge: significa che il gioco è stato interiorizzato, che tutti sanno quello che devono fare”

Sui miglioramenti da fare – “Se posso muovere un
appunto al suo Milan, vorrei che a volte non si allungasse e
non fosse confusionario. Ecco, in quel momento, quando
perdono le distanze, i giocatori vagano per il campo e allora
diventa difficile, se non impossibile, anche praticare il
pressing. E’ un dettaglio sul quale Pioli starà già lavorando,
perché so che non lascia nulla al caso e s’impegna giorno e
notte per andare oltre i problemi. Lo ripeto: il Milan mi
piace perché ha uno stile di gioco, cosa che in Italia si vede
raramente”

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