Albertini: “Lo scudetto si gioca fino alla fine. La pressione è enorme”

By Riccardo Lionetto -

Demetrio Albertini, ex centrocampista del Milan, ha parlato dell’avvincente corsa scudetto che vede coinvolti i rossoneri

Demetrio Albertini, intervistato ai microfoni della Gazzetta dello Sport, ha parlato della volata scudetto in Serie A, concentrandosi poi ovviamente sul Milan di Pioli e dei suoi punti di forza. Ecco le parole dell’ex centrocampista rossonero.

Lotta scudetto, come la vive il Milan ora

“Penso sia difficile che la lotta per il titolo si decida in anticipo, vedo piuttosto una corsa punto a punto tra le prime tre. Ma dico anche che nel Milan adesso ci sono tutti gli ingredienti giusti per restare in testa fino alla fine. Guai a pianificare, sarebbe controproducente. Il concetto è semplice: sei primo e hai dei punti di vantaggio, devi solo pensare a vincerle tutte. In questo modo sei sicuro di arrivare davanti. E’ il pensiero che guidava il mio Milan, sarà lo stesso ora”.

La pressione di chi è in testa e l’ingrediente in più dei rossoneri rispetto alle altre

“Ho vinto campionati sia gestendo che rimontando, e vi garantisco che la pressione rischia di schiacciare più chi insegue. Staccare le rivali è possibile solo se loro frenano, chi sta davanti deve pensare a non sbagliare: l’occasione per andare in fuga è la partita con il Bologna, non quello che succederà in Juventus-Inter. Se poi le cose non andranno come sperato, il vantaggio consentirà al Milan di ricaricarsi e pensare alla partita successiva. I rossoneri hanno una consapevolezza, una maturità, che prima non vedevo. Guardate il modo in cui hanno risposto a situazioni delicate come gli errori arbitrali con Spezia e Udinese. Una squadra non pronta, magari, si lascia travolgere dall’umore dei tifosi, Pioli e i suoi invece no: hanno rialzato la testa e sono ripartiti. Sono stati bravissimi a gestire l’ambiente”.

Un Milan atletico ma che segna poco ultimamente

“Corri meglio perché leggi meglio le posizioni in campo durante la partita, sono aspetti che funzionano solo quando un gruppo sa di essere forte. Vi faccio un altro esempio: contro Napoli, Empoli e Cagliari il Milan ha vinto segnando un solo gol, a a differenza del passato la squadra adesso non perde la calma se non riesce a sfondare subito. La testa dice che il gol prima o poi arriverà, e succede proprio così”.

L’uomo chiave del Milan e le sorprese

“Tonali è il simbolo del Milan che è arrivato fin qui: costante, solido, organizzato. Insieme a lui anche i compagni della difesa e Maignan, un ottimo portiere che ha garantito grande regolarità tra i pali. Quando si tirano le somme, però, sono gli attaccanti a decidere, e Pioli con quei tre è messo benissimo. Giroud è chirurgico, Leao dà fantasia e Ibra è un fuoriclasse tornato al momento giusto. Immaginate Zlatan che firma la rete decisiva per la conquista del titolo: a 40 anni, basterebbe per rendere anche questa sua stagione strepitosa. Occhio anche a Brahim Diaz. Ha spaccato il derby entrando dalla panchina, può farlo ancora quando la temperatura si alzerà.. Magari non giocherà sempre da titolare da qui alla fine, ma ha tutto per diventare un dodicesimo uomo di quelli che i tifosi non dimenticano, perché ti hanno aiutato a vincere”.

L’imprevedibilità di questo finale di stagione

Le partite sono imprevedibili, purtroppo ne abbiamo avuto l’ennesima prova in una serata che nessuno si immaginava di vivere, Italia-Macedonia. Ma conosco bene l’ambiente rossonero e sono sicuro che non affronteranno queste 8 partite con superficialità o presunzione. L’approccio sarà quello giusto”.

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