Sacchi: “Italia fuori dal Mondiale? Stiamo raccogliendo ciò che abbiamo seminato”

By Luca Maninetti -

Arrigo Sacchi ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport in edicola questa mattina, ecco le sue parole dopo l’eliminazione dell’Italia dai Mondiali per la seconda volta consecutiva

Arrigo Sacchi ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni della Gazzetta dello Sport in edicola questa mattina, ecco le sue parole dopo l’eliminazione dell’Italia dai Mondiali per la seconda volta consecutiva:

Stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato. Parliamo tanto, ma con le parole non si risolvono i problemi. Serve una visione più ampia della questione. Prima era colpa del commissario tecnico Ventura, quando abbiamo fallito la qualificazione al Mondiale del 2018, adesso sarà colpa di Mancini: ma se continuiamo a ragionare in questo modo non arriveremo da nessuna parte“.

Sul calo dopo l’Europeo: “Quello che è successo a Palermo contro la Macedonia sono dodici anni che succede con le squadre di club. E’ dal 2010 che non vinciamo nulla in Europa, dopo la Champions League dell’Inter di Mourinho. La Nazionale all’Europeo è stata una meravigliosa eccezione cui tutti dobbiamo essere grati perché ci ha regalato un trofeo conquistato con merito e bel gioco. Ma è stata un’eccezione, appunto, e non certo una regola. Continuiamo a comprare stranieri per i nostri club, e anche i settori giovanili sono pieni di ragazzi che vengono dall’estero: siamo sicuri che questa sia la strada giusta o, invece, non è questo il vero problema?

Sul problema nei campionati di Serie A: “I ritmi del nostro campionato sono ridicoli. Provate a guardare una partita inglese, o spagnola, o tedesca. I giocatori vanno molto più forte, si abituano nelle loro nazioni al livello europeo. Qui da noi gli arbitri fischiano troppo, le azioni sono sempre interrotte. Come si fa a giocare in questo modo? Torno a dirlo: siamo arretrati, e non soltanto nel calcio. Io voglio bene al calcio, e al calcio italiano in particolare, ma bisogna essere onesti: non ci sono idee. Prima cosa: dobbiamo insegnare ai ragazzi a giocare, non andiamo insommasempre ad affidarci al salvatore della patria che magari arriva pure dall’estero…”

Sull’eliminazione per due volte consecutive: “È unabotta terribile, un colpo da ko dopo il quale è complicato rialzarsi. Però dobbiamo provarci, e non cercando una scorciatoia, che è la nostra specialità della casa. Le scorciatoie e le furbizie, in tutti i settori e non soltanto nel calcio, ci hanno portato a questo punto. Vogliamo proseguire in questa direzione o vogliamo invece cogliere l’occasione per un vero rinnovamento? Che, lo ripeto ancora una volta, deve essere prima di tutto culturale. Evolversi significa conoscere, lavorare, sacrificarsi e sapersi mettere in discussione“.

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