Calhanoglu: ”Sapevo che l’Inter era forte”, il motivo del suo addio al Milan

By Luca Maninetti -

L’ex rossonero Hakan Calhanoglu spiega il motivo del suo addio al Milan direttamente ai microfoni dell’Uefa. Le parole del turco e un Brahim Diaz discontinuo

L’addio di Hakan Calhanoglu non ha per nulla sconvolto la tifoseria rossonera. Il turco protagonista con la maglia nerazzurra non ha mai brillato realmente nei tre derby disputati in questa stagione tra campionato e Coppa Italia.

L’ex Bayer Leverkusen, lo scorso giugno, ha abbandonato il progetto Milan sul più bello, accettando quello interista per un ingaggio superiore di soli 800mila euro. Insomma una beffa, se vogliamo definirla così, per il club di Via Aldo Rossi, ma mai veramente pesante se osserviamo il comportamento di Calhanoglu da inizio stagione ad oggi.

Calhanoglu torna a parlare del suo addio al Milan

Questa mattina il numero 20 nerazzurro ha rilasciato una dichiarazione alquanto inspiegabile ai microfoni dell’UEFA (questa sera il team di Simone Inzaghi sfiderà il Liverpool negli ottavi di ritorno di Champions League): ”Sapevo che l’Inter era una squadra forte. Mi hanno parlato dei loro obiettivi e ho capito che volevamo le stesse cose” – già ma perché non il Milan? Il Diavolo, per il turco, evidentemente non è considerato un club di grande prestigio… a questo punto va benissimo così: il Milan ai milanisti, come giusto che sia.

Capitolo trequartista e il paragone con Calhanoglu

La sfida dei numeri 10 al momento non ha avuto un vero e proprio vincitore ma se proprio occorre scegliere, Brahim Diaz è stato quello più incisivo dei due. E’ vero, però, che lo spagnolo post Covid ha fatto molta fatica a trovare la giusta condizione fisica e ancora oggi a tratti è molto altalenante. Nella prossima stagione in quella mattonella vi sarà anche Adli (talento di qualità strappato al Bordeaux la scorsa estate e lasciato al club francese in prestito per un anno). Per Diaz è giunto il momento di alzare ancor più l’asticella per non perdere in futuro la maglia da titolare (la scorsa annata paradossalmente fu lo stesso Calhanoglu a vincere i duelli interni in termine di gerarchia).

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