Alessio Romagnoli è tornato a giocare in pianta stabile al centro della difesa del Milan, complice l’infortunio di Kjaer, ma il suo futuro e tutt’altro che scontato
Alessio Romagnoli lascerà il Milan in estate? Ad oggi diversi indizi lascerebbero pensare di sì. Il centrale rossonero, che dopo la triste parentesi Bonucci ha ereditato la fascia di capitano, è in scadenza di contratto e – nonostante il vacillante rapporto con Raiola, suo procuratore – sembra lontano da un sempre più improbabile rinnovo.
Romagnoli è “l’uomo di troppo”
A confermare tale tesi sarebbe anche il “silenzio” che aleggia su Casa Milan riguardo al futuro dell’ex Samp, giudicato comunque non una priorità dai dirigenti rossoneri che sono stati decisamente più attenti nell’intavolare trattative fallimentari con Kessié e di successo con Theo Hernandez. In aggiunta a ciò va detto che Maldini e Massara hanno già operato una selezione accurata riguardo ai perni su cui si costruirà il pacchetto arretrato del futuro rossonero: Tomori, Kjaer e Gabbia hanno tutti e tre prolungano il proprio contratto, tenendo fuori dai piani futuri, per l’appunto, proprio Romagnoli.
L’affare Botman e i rapporti con il Lille
L’operazione avviata a gennaio con il Lille per Botman, inizialmente letta come tentativo per sostituire l’infortunato Kjaer, ha dimostrato di essere invece direttamente collegata al destino di Romagnoli. Come per Donnarumma, andato via a zero, per Maignan: il Lille si rivela fucina di rimpiazzi per “i partenti eccellenti” del Milan. Discorso simile sembra profilarsi anche per Kessié, il cui rinnovo appare ogni giorno più lontano, e Renato Sanches, giocatore dalle caratteristiche simili, sempre del Lille.
È nota infatti l’esistenza di un “rapporto aziendale” tra il Milan e il club transalpino, lo stesso da cui è arrivato anche Rafael Leao, club accomunati dalla figura interessata di Elliott che ha avuto proprio il Lille nel proprio pacchetto di proprietà dal 2017 fino alla successiva cessione, i cui strascichi sono rappresentati dai debiti accumulati dalla società francese nei confronti del fondo americano proprietario del MIlan.
